How the liberal and anarchist left became swept up in the surge of right-wing nationalism in Ukraine

The serious flaws of our left and anarchist tactics in Ukraine (which resulted in its current weakness) can be traced to the early 2000’s and the wrong approach adopted by many of them that time. It is particularly expressed in their permanent, short-term approaches – the desire to get results immediately.

How did some of our left drift towards right-wing nationalists and middle-class liberals? It came from ideas of intervening in nationalist groups and hijacking their rallies (not yet numerous at the time). Instead of starting to work from the beginning with the working class (which takes more time), some of left and anarchists decided instead to try and influence pro-capitalist and nationalist movements. Continua a leggere

Come gli anarchici sono stati travolti dall’ondata nazionalista in Ucraina

Gli errori della sinistra e degli anarchici – che li hanno portati alla loro odierna debolezza – possono essere ricondotti ai primi anni del 2000 e all’approccio sbagliato di molti di loro già a quel tempo. E’ particolarmente visibile nei loro approcci miopi, che ragionano sul breve termine – il desiderio di vedere risultati nell’imminente.

Come è potuto accadere che alcuni dei nostri (di sinistra) abbiano virato verso la destra nazionalista e la classe media liberale? E’ accaduto dall’idea di poter intervenire nei gruppi nazionalisti per egemonizzare le loro manifestazioni (non ancora numerose all’epoca). Invece di iniziare a lavorare dall’inizio con la classe lavoratrice (cosa che richiede più tempo), alcuni gruppi di sinistra e gli anarchici hanno deciso di provare ad influenzare i gruppi nazionalisti e pro-capitalisti. Continua a leggere

Diary of Alexey Markov: «Zhelobok Is Ours»

Once again about Zhelobok, or it’s better to see for yourself

June 9: In connection with the recent panicky rumors on social media that the Ghost Brigade has surrendered northern Zhelobok after heavy battles, I want to officially say: #ЖелобокНаш! [ZhelobokIsOurs!] Continua a leggere

Diario di Alexey Markov: «Jelobok è nostra»

Ancora una volta a proposito di Jelobok, o è meglio che veda tu stesso

9 giugno: In relazione alle recenti indiscrezioni impanicate sui social media che sostenevano che la Brigata Prizrak si fosse arresa a nord di Jelobok dopo pesanti combattimenti, voglio dire ufficialmente: #ЖелобокНаш! [JelobokÈNostra!] Continua a leggere

Dmytriy Kovalevich: Myths and Realities and the Role of Communists in Donbass

We know that West governments for two years blackmailed Moscow demanding to take measures and press Donbass rebels as they couldn’t press them by Kiev troops.

Although, we can’t know the plans of Moscow for sure, but definitely Russian government is not as united as it is portrayed by West press: it has several factions with their own vested interests and it is the internal Russian political struggle causes contradictory decisions over Donbass and Ukraine.

The policy of Moscow is (and has been since Maidan) is rather determined by a desire to have Donbass inside Ukraine and Russian officials stated it quite clearly, by the way. Continua a leggere

Dmytriy Kovalevich: miti, verità e il ruolo dei comunisti in Donbass

Sappiamo che i governi occidentali per due anni hanno ricattato Mosca, chiedendole di prendere dei provvedimenti e fare pressioni sui ribelli del Donbass, dal momento che non erano in grado di farlo attraverso loro stessi attraverso le truppe di Kiev.

Anche se non abbiamo modo di conoscere con certezza le intenzioni di Mosca, sappiamo che il governo russo non è il blocco monolitico rappresentato dalla stampa occidentale: questo ha diverse fazioni con i rispettivi interessi ed è lo scontro politico all’interno della Russia a produrre decisioni contrastanti riguardo il Donbass e l’Ucraina.

La politica di Mosca, fin da Euromaidan, è orientata a mantenere il Donbass all’interno dell’Ucraina e gli ufficiali russi lo hanno detto molto chiaramente. Continua a leggere

Firenze, colletta nella chiesa ucraina per comprare equipaggiamenti militari

Sul volantino giallo, sopra la scritta: “Il popolo deve essere unito per non far morire l’Ucraina” c’è un’immagine ripresa da un videogioco di guerra, Battlefield. Un soldato, sguardo fiero e arrabbiato con metà corpo avvolto dalle fiamme. E dietro un carro armato che avanza verso il nemico. Un’immagine che contrasta con il luogo dove viene e sarà diffuso: la chiesa dei Santi Simone e Giuda a Firenze e la chiesa di San Francesco, a Prato, luoghi di ritrovo della comunità ucraina delle due città toscane. Il volantino è pubblicato anche sulla pagina Facebook della “Chiesa Greco-Cattolica Ucraina in Firenze”. Continua a leggere

Gery Bavetta il thai boxer italiano

Gery Bavetta è nato a Ribera (AG-Sicilia) il 2 gennaio 1988, è stato in Italia campione Italiano Amatoriale Kombat League, campione mondiale amatoriale Kombat League, e due volte campione italiano professionisti Kombat League, attualmente nel prestigioso Ranking mondiale WBC Muay Thai tra le prime 20 posizioni a livello mondiale.

Imbattuto in Italia e attuale numero 1 nella sua categoria (53 kg), uno dei migliori pugili attualmente in Europa nella sua categoria.

INIZIO E ALLENAMENTI IN THAILANDIA:

Inizia a mettere i guanti all’età di 16 anni per gioco nella appena aperta palestra del paese, la “Combat Gym” del maestro Ninni Ruvolo, dove praticava per lo più K1, da li inizia ad appassionarsi a livello amatoriale alla Muay Thai, e dopo 2 anni di pratica dilettantistica si sposta in Thailandia a Pattaya nel 2007 con un amico del paese già pugile in Italia, Alfonso Vella, dove si allenerà nel camp “Pattaya Kombat Gym” dell’italiano Christian Daghio. Continua a leggere