Docente espulso dalla Lituania per aver criticato i massacratori di ebrei

Il docente di storia spagnolo Miquel Puertas, dell’Università Vytautas Magnus di Kaunas, in Lituania, aveva criticato le onorificenze conferite ai collaborazionisti lituani da parte delle istituzioni. È stato prontamente arrestato il 25 agosto e infine messo su un volo e rimpatriato in Spagna il 3 settembre.

Le sue critiche erano rivolte a personaggi come Jonas Noreika (catturato e giustiziato dai sovietici nel 1947), responsabile dell’uccisione di circa duemila ebrei in quello che diventerà noto come il massacro di Plungė. I nazionalisti lituani si appropriarono persino degli averi delle vittime. Nel 1997, Jonas Noreika è stato insignito postumo dell’Ordine della Croce di Vytis, per la “Difesa eroica della libertà e dell’indipendenza della Lituania”.

Targa commemorativa al collaboratore nazista Jonas Noreika, Biblioteca dell’Accademia delle scienze di Vilnius.

 

La bandiera bianca e rossa delle rivolte bielorusse: simbolo di collaborazionisti nazisti e controrivoluzionari

Una caratteristica delle recenti proteste bielorusse è l’uso da parte dei manifestanti di una bandiera bianco-rossa. Poco dopo l’annuncio del risultato delle elezioni del 9 agosto, le strade di Minsk sono state inondate di manifestanti sostenuti dall’opposizione che sventolavano queste bandiere.

Ma qual è il vero significato della bandiera bianco-rossa bielorussa e qual è la storia dietro di essa?

Quella bandiera è stata utilizzata per la prima volta dall’anti-bolscevica Repubblica Popolare Bielorussa (Biełaruskaja Narodnaja Respublika – BNR), la quale ebbe breve vita: durò tra il marzo 1918 e il febbraio 1919. Durante il periodo tra le due guerre mondiali, è stata utilizzata occasionalmente da organizzazioni politiche, come il partito conservatore Democrazia Cristiana Bielorussa (1927), ma anche da organizzazioni non politiche.

Tuttavia, la bandiera bianco-rossa è emersa di nuovo durante la seconda guerra mondiale, come simbolo dell’amministrazione nazista in Bielorussia, apparendo anche sulle toppe del braccio dei collaborazionisti nazisti bielorussi che si erano offerti volontari nell’esercito tedesco e nelle SS. Inoltre, la bandiera fu usata dal “Consiglio Centrale Bielorusso”, uno Stato collaborazionista e antisovietico esistito tra il 1943 e il 1944.

Quanto affermiamo sopra è confermato da una pletora di documenti e immagini risalenti alla seconda guerra mondiale.

“Consiglio Centrale Bielorusso” – bandiera bielorussa bianca e rossa con la svastica.

Le principali domande che sorgono sono: i manifestanti in Bielorussia – in particolare le giovani generazioni – che sventolano la bandiera bianco-rossa, conoscono il vero significato di questo simbolo?

Sanno che la bandiera, sotto la quale protestano, è stata ampiamente utilizzata da collaborazionisti, traditori e codardi che hanno servito gli invasori nazisti?

Si rendono conto che sventolando la bandiera bianco-rossa tradiscono la memoria dei loro nonni e bisnonni che combatterono contro i nazisti?

Comparazione delle bandiere sventolate dai manifestanti e dai collaborazionisti bielorussi

La stessa bandiera bianco-rossa è stata usata di nuovo nei primi anni ’90, dopo la dissoluzione dell’URSS, come simbolo anti-sovietico e anticomunista dai controrivoluzionari bielorussi.

Non è una coincidenza che i fascisti ucraini e polacchi sostengano apertamente il movimento di opposizione bielorusso. Soprattutto nel caso dell’Ucraina, sappiamo tutti a cosa ha portato il Maidan di Kiev del 2014, sponsorizzato da Unione Europea e la NATO, e come i neonazisti abbiano acquisito posizioni nel governo successivo alla rivolta.

La Bielorussia non deve diventare una nuova Ucraina. I giovani della Bielorussia non devono cadere vittime delle false promesse fatte dall’opposizione sostenuta dalle potenze straniere.

La bandiera bielorussa bianco-rossa nelle loro mani non è solo un insulto per l’orgoglioso passato del paese, ma anche un segno preoccupante per il suo futuro.

Articolo tradotto da In Defense of Communism

Giornalista indaga su presunti rapporti tra nazisti e StopFake.org, costretta a fuggire da Kiev

Katerina Sergatskova, 32 anni, cittadina ucraina di origini russe, è editrice del giornale Zaborona, che si è spesso concentrato su questioni ignorate dai media ucraini, tra cui il nazionalismo e l’estrema destra. Il 3 luglio, la Sergatskova è stata co-autrice di un’indagine relativa ai collegamenti tra gruppi neonazisti e StopFake.org, una ONG ucraina che lavora come partner di Facebook per il fact-checking.

La giornalista Katerina Sergatskova

Il rapporto descriveva in dettaglio diversi casi di comparsa in pubblico di alcuni volti noti di StopFake accanto a musicisti appartenenti a gruppi white-power, negazionisti dell’Olocausto. L’aver scoperto tali collegamenti gli sarebbe valsa la rimozione [da Facebook] di un precedente articolo di Zaborona sull’attivista di estrema destra Denis Nikitin.

StopFake ha risposto alle accuse affermando di non essere mai stata autorizzata a bloccare i materiali e ha respinto le accuse definendole “una cospirazione filo-russa”.

L’articolo ha inoltre suscitato una reazione immediata da parte della destra, sia pubblicamente sui social media che privatamente, nei messaggi inviati alla giornalista.

Sabato, Roman Skrypin, un famoso giornalista nazionalista, ha pubblicato le foto della Sergatskova e di suo figlio di cinque anni, insieme alle fotografie di quella che credeva fosse la sua casa, accusandola di essere un agente del Cremlino, una descrizione che gli amici della giornalista considerano assurda.

Nei commenti di risposta sotto al post su Facebook di Skrypin, gli utenti hanno rivolto ogni tipo di minaccia alla Sergatskova e hanno rivelato dettagli sul suo indirizzo di casa. Il post originale su Facebook e i commenti delle figure di estrema destra sono stati eliminati a seguito di molteplici reclami. Ma ulteriori post offensivi dello stesso giornalista rimangono intoccati. “Mi bloccate un post”, ha scritto Skyrpin, “e ne scriverò altri 10”.

Sergatskova ha lasciato la capitale ucraina con la sua famiglia lunedì sera, temendo per la propria vita. Queste paure non sono in contrasto con le storie di estrema violenza che hanno coinvolto l’estrema destra ucraina e con i sospetti sui legami tra gruppi neonazisti e le forze dell’ordine.

Nel 2015, Oles Buzyna, un giornalista e scrittore filo-russo è stato assassinato il giorno dopo che il suo indirizzo era trapelato, insieme a quello di altre centinaia di giornalisti, da Myrotvorets, un sito web collegato con il Ministero dell’Interno ucraino.

Un anno dopo, il giornalista Pavel Sheremet viene assassinato nella sua auto nel centro di Kiev. Finora l’indagine ufficiale non è riuscita a indicare sospetti convincenti, anche se un’altra indagine condotta dai suoi colleghi concludeva che i servizi di sicurezza ucraini avrebbero potuto sapere qualcosa al riguardo.

Sergatskova ha dichiarato a The Independent di aver denunciato le minacce alla polizia, ma che non si aspetta una reale protezione da parte loro.

“Non ci sentiamo al sicuro e i burocrati tacciono, come puoi sentirti sicura sapendo quanto strettamente l’estrema destra è collegata alla polizia e ai servizi di sicurezza?”

Anton Shekhovtsov, docente esterno all’Università di Vienna, ed esperto di movimenti di estrema destra nell’Europa orientale, ritiene che lo stato ucraino non “respinga sistematicamente” i movimenti nazionalisti. A volte è stato difficile distinguere la partecipazione attiva in un’organizzazione nazionalista, rispetto all’infiltrazione, ha detto.

“Non è sempre chiaro se il governo stia facendo qualcosa, ma si infiltrano e smantellano alcune delle organizzazioni più estreme”

L’estrema destra ucraina è composta da diversi gruppi: “I gruppi in cui è coinvolto il Ministero dell’Interno non sono gli stessi dei gruppi come il S14 menzionato nel pezzo di Zaborona“. S14, è un’organizzazione di estrema destra sospettata di numerosi crimini gravi, tra cui le violenze contro la comunità rom in Ucraina e l’omicidio di Oles Buzyna.

Zaborona ha suggerito che l’ONG di fact-checking StopFake abbia collegamenti con il gruppo tramite Marko Suprun, un loro presentatore sul canale YouTube. Suprun, marito canadese dell’ex Ministro della Sanità ucraino, è stato mostrato insieme ad ex membri di S14 e altre figure di estrema destra, tra cui una persona condannata per omicidio per motivi razziali.

Anche Yevhen Fedchenko, direttore di StopFake e della scuola di giornalismo dell’Accademia Mohyla di Kiev, ha in passato twittato in difesa di S14. Parlando con The Independent, Fedchenko ha dichiarato di non avere commenti ufficiali da fare, dato che intende portare il caso in tribunale.

“Quello sarà il posto per chiarimenti, queste sono accuse serie.”

Traduzione dell’articolo di Oliver Carroll per The Independent del 14/7/2020.


Note

  • Articolo di Zaborona sui contatti tra nazisti e StopFake.org
  • Articolo di Zaborona su Denis Nikitin cancellato da Facebook
  • Marko Suprun in foto insieme a diversi nazisti
  • Pagina twitter di Mauro Voerzio, responsabile italiano di StopFake.org

Prima delle foibe: quello che i fascisti cercano di insabbiare

10 febbraio, nel cosiddetto #GiornoDelRicordo il reale intento della destra e del centrosinistra (Zingaretti ha persino finanziato un film sul tema, utilizzando i fondi della Regione Lazio) è quello criminalizzare le forze popolari che hanno liberato l’Europa dall’oppressione nazifascista. Selezionano i ricordi che più fanno comodo, ingigantendoli, vogliono tramutare i carnefici fascisti in vittime. Non possiamo permetterlo.

Queste sono le truppe fasciste in Jugoslavia. Questo era il trattamento che fascisti e nazisti riservavano ai partigiani e alle popolazioni slave in generale.

Fascisti decapitano partigiano. 1942, zona di Tolmino.

8 febbraio 1943 – I nazisti impiccano a un albero la diciassettenne partigiana jugoslava Lepa Radić.

8 febbraio 1943 – I nazisti impiccano a un albero la diciassettenne partigiana jugoslava Lepa Radić

Tra i crimini di cui si macchiarono le truppe nazifasciste in Jugoslavia, oltre agli innumerevoli massacri, sono tristemente note le torture e le mutilazioni ai danni della popolazione civile. La storia di Ruza Petrovic è quella di una donna croata che finisce tra le mani dei fascisti italiani, i quali, senza pietà, le cavarono entrambi gli occhi con un pugnale.

Ruza Petrovic, donna croata alla quale i fascisti cavano entrambi gli occhi con un pugnale.

I fascisti italiani consideravano gli slavi come una razza inferiore e il più delle volte le foibe furono utilizzate dagli stessi nazifascisti per disfarsi della popolazione slava che si ribellava all’occupazione, sia civili che partigiani. Quegli stessi corpi oggi vanno a gonfiare i numeri già ingigantiti dalla propaganda.

“Di fronte a una razza inferiore e barbara come la slava, non si deve seguire la politica che dà lo zuccherino, ma quella del bastone.
I confini d’Italia devono essere il Brennero, il Nevoso e le Dinariche: io credo che si possano sacrificare 500.000 slavi barbari a 50.000 italiani.”

«Poesia per bambini “In fondo alla foiba” tratta da “La Venezia Giulia: Trieste e Istria” Paravia, Torino, 1925.
In questo testo, “approvato” per l’uso nelle scuole, si insegnava che il “dovere” di difendere la “favella di Dante” si concretizzava nel far finire in fondo alla “Foiba” (cioè l’orrido che costeggia il castello di Pisino, letto dell’omonimo torrente) coloro che “offendevano” Pisino con parole non italiane: in pratica un invito al massacro delle popolazioni non italiane dell’Istria.» Fonte: Dieci Febbraio

Poesia fascista per bambini: “In fondo alla foiba”

Il film sulle Foibe è una cagata pazzesca

Spinto dalla curiosità, venerdì sera ho deciso di guardare “Red Land – Rosso Istria”, trasmesso su RAI 3 con squilli di tromba e fanfare al seguito.
A dire il vero, mi era capitato di vederne in precedenza alcuni spezzoni, mandatimi da certi ex amici (manco a dirlo, cattolici), nel tentativo di convincermi dell’importanza della pellicola e di farmi capire la ragione per cui, secondo loro, veniva boicottata dai “poteri forti”.
Si, talmente boicottata che è stata trasmessa sulla tv pubblica a tempo di record.
Se c’è una ragione per cui al cinema si è visto poco, è perché Red Land, il film su Norma Cossetto e le foibe (regia di Maximiliano Hernando Bruno), è un film davvero brutto, oltre che essere sostanzialmente banale propaganda. Continue reading

Il Boomerang Antifascista (oppure: perchè non deleghiamo l’antifascismo)

Come le leggi contro le organizzazioni fasciste finiscono spesso per prendere di mira la sinistra.

Il risorgere di movimenti di estrema destra nell’era di Trump ha riacceso il dibattito senza fine sulla libertà di parola e sui suoi limiti. La questione era più accesa che mai sulla scia delle violenze dello scorso anno a Charlottesville negli USA, quando l’ACLU (Unione Americana per le Libertà Civili) fu pesantemente criticata per aver difeso i diritti di libertà di parola dei nazisti, razzisti e di altri idioti. Il problema continua ad essere esplorato, e ad oggi più che mai negli states ed in Europa vengono avanzate richieste alle istituzioni governative di fare qualcosa per contrastare le parole odiose (ma spesso perfettamente legali) dell’estrema destra. Continue reading

How the liberal and anarchist left became swept up in the surge of right-wing nationalism in Ukraine

The serious flaws of our left and anarchist tactics in Ukraine (which resulted in its current weakness) can be traced to the early 2000’s and the wrong approach adopted by many of them that time. It is particularly expressed in their permanent, short-term approaches – the desire to get results immediately.

How did some of our left drift towards right-wing nationalists and middle-class liberals? It came from ideas of intervening in nationalist groups and hijacking their rallies (not yet numerous at the time). Instead of starting to work from the beginning with the working class (which takes more time), some of left and anarchists decided instead to try and influence pro-capitalist and nationalist movements. Continue reading

Come gli anarchici sono stati travolti dall’ondata nazionalista in Ucraina

Gli errori della sinistra e degli anarchici – che li hanno portati alla loro odierna debolezza – possono essere ricondotti ai primi anni del 2000 e all’approccio sbagliato di molti di loro già a quel tempo. E’ particolarmente visibile nei loro approcci miopi, che ragionano sul breve termine – il desiderio di vedere risultati nell’imminente.

Come è potuto accadere che alcuni dei nostri (di sinistra) abbiano virato verso la destra nazionalista e la classe media liberale? E’ accaduto dall’idea di poter intervenire nei gruppi nazionalisti per egemonizzare le loro manifestazioni (non ancora numerose all’epoca). Invece di iniziare a lavorare dall’inizio con la classe lavoratrice (cosa che richiede più tempo), alcuni gruppi di sinistra e gli anarchici hanno deciso di provare ad influenzare i gruppi nazionalisti e pro-capitalisti. Continue reading

Firenze, colletta nella chiesa ucraina per comprare equipaggiamenti militari

Sul volantino giallo, sopra la scritta: “Il popolo deve essere unito per non far morire l’Ucraina” c’è un’immagine ripresa da un videogioco di guerra, Battlefield. Un soldato, sguardo fiero e arrabbiato con metà corpo avvolto dalle fiamme. E dietro un carro armato che avanza verso il nemico. Un’immagine che contrasta con il luogo dove viene e sarà diffuso: la chiesa dei Santi Simone e Giuda a Firenze e la chiesa di San Francesco, a Prato, luoghi di ritrovo della comunità ucraina delle due città toscane. Il volantino è pubblicato anche sulla pagina Facebook della “Chiesa Greco-Cattolica Ucraina in Firenze”. Continue reading