Sondaggio: il 70% dei russi è con Stalin

Un nuovo sondaggio del Levada Center rileva che il 70% della popolazione russa considera positivo il ruolo di Stalin nella storia del paese, si tratta di un record assoluto. Solo il 19% percento considera il suo un ruolo negativo, mentre l’11% non sa rispondere. Secondo il sociologo Leonid Bryzov “Stalin è visto come un campione degli oppressi”, e aggiunge “La figura di Stalin comincia a essere percepita come un simbolo di giustizia e un’alternativa all’attuale governo, che viene valutato come ingiusto, crudele e non attento alle persone”.

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Referendum sulla conservazione dell’URSS (1991)

17 marzo 1991, pochi sanno che negli ultimi mesi di vita dell’URSS i cittadini sovietici parteciparono in massa a un referendum esprimendo la propria volontà di scongiurare la dissoluzione dell’Unione Sovietica. La vittoria del “Sì” fu schiacciante, al 77,85%. Un evento storico largamente ignorato in occidente e che smonta gran parte della narrazione dei nostri media su quel periodo, i quali cercano invece di ritrarre un popolo che si sarebbe ribellato all'”oppressione comunista”.

Quello che fa certamente riflettere è che, nonostante ogni tentativo delle politiche di Gorbachev di snaturare l’economia sovietica, promuovendo una transizione al capitalismo e spingendo il paese a ripudiare il proprio passato e le proprie conquiste, la popolazione in massa si mise a difesa di quel colossale progetto che fu l’Unione Sovietica.

Ignorando i risultati del referendum, nel dicembre dello stesso anno, Gorbachev si dimise da presidente dell’Unione Sovietica e conferì tutti i poteri al presidente della Russia, Boris Eltsin, il quale portò a compimento la sua missione e quella della cricca anticomunista che aveva scalato il partito: ammainare la bandiera sovietica dal Cremlino.

Vi riproponiamo questa interessante infografica di Rianovosti del 2011 che abbiamo tradotto e rielaborato, e alla quale abbiamo apportato anche delle correzioni ai dati delle votazioni.

Aleksej Markov: una guerra fatta di occasioni mancate

I poeti e bardi Andrej Sciroglazov e Galina Sciapkina hanno incontrato e conversato con il comandante del battaglione della Milizia popolare della LNR Alexei Markov.

Articolo apparso su Literaturnaia Gazeta http://www.lgz.ru/article/-4-6676-30-01-2019/voyna-upushchennykh-vozmozhnostey/ Traduzione a cura del Comitato Ucraina Antifascista di Bologna https://www.facebook.com/ucraina.antifascista.bo/ con il supporto di Riccardo Sotgia Alena Afanasyeva

Con il comandante della leggendaria «Prizrak» – [fantasma, NdT], (prima comandata da Mozgovoi) ci siamo conosciuti più di due anni fa, quando per la prima volta siamo capitati in Donbass. Partecipammo ad un festival e ci invitarono a parlare a Kirovsk, a ridosso del fronte. Ricordo come in sala si ascoltasse con attenzione, solo di tanto in tanto si sentiva un sussurro – i nostri ragazzi traducevano per i volontari stranieri le canzoni e i discorsi.

Dopo il concerto ci furono dei piccoli incontri, ci siamo trovati al tavolo accanto ad un interlocutore molto intelligente, che si presentò come Aleksei. Venimmo a sapere che si trattava di un siberiano, programmatore, un civile a tutti gli effetti (anche se l’istituto aveva un dipartimento militare). Si trovava in Donbass “chiamato dal cuore”, come molti altri volontari “fantasma”. Al momento di congedarci da lui, quasi per caso si è scoperto che avevamo parlato con il comandante di battaglione Markov… Continua a leggere

Solidarietà internazionale ai comunisti colpiti dalla repressione in Transnistria

Oleg Horzhan, segretario generale del Partito Comunista della Transnistria, è stato condannato a 4 anni e mezzo di carcere dalle autorità governative al servizio dell’oligarchia.

La mattina del 7 novembre, decine di comunisti – giovani e meno giovani – si sono riuniti per deporre fiori presso il monumento a V.I. Lenin a Tiraspol, in Transnistria, in occasione del 101° anniversario della Rivoluzione bolscevica in Russia.
Attività simili si sono svolte in migliaia di città in tutti i paesi dell’ex Unione Sovietica. Ma l’incontro di Tiraspol aveva un significato speciale, e per i suoi partecipanti necessitava di un coraggio speciale. Continua a leggere

Alexey Markov: «Tutto si risolverà per il meglio, o almeno così speriamo»

Alexey Markov “Dobriy” è arrivato nel Donbass nel 2014, ha iniziato come soldato semplice fino ad arrivare a comandare la Quattordicesima Brigata Motorizzata della milizia di Lugansk, la Brigata Prizrak di Alexey Mozgovoy.

Alexey, raccontaci, come sei arrivato nel Donbass?

Dal 2014 mi dedicavo alla raccolta degli aiuti umanitari [ndr: in Russia] per la milizia. Ma quell’estate ho deciso di andarci. Abbiamo formato una piccola squadra di 18 persone e siamo venuti ad Alchevsk nella Brigata Prizrak di Alexey Mozgovoy. Siamo qui dal 2014.

Cosa ne è stato di questa squadra, è ancora qui?

Alcuni sono tornati perché feriti, altri sono qui con noi da quasi 3 anni.

Alcuni volontari hanno deciso di abbandonare il Donbass dopo la firma del 2° accordo di Minsk, quando le azioni militari risultarono, diciamo incomprensibili. Lei è rimasto, perché? Continua a leggere

Appello a tutte le forze antifasciste da parte di Maksym Chalenko

Maksym Chalenko, Organizzazione comunista di Lugansk, Coordinatore del Donbass International Forum “Antifascismo, Internazionalismo e Solidarietà” (AIS Forum)

Cari compagni!

Ci rivolgiamo a voi con la richiesta di organizzare azioni di protesta contro il Congresso degli ucraini neo-fascisti che si terrà in Spagna, a Madrid. Secondo le informazioni che abbiamo a nostra disposizione, dall’11 al 13 settembre 2015 a Madrid si terrà il Congresso mondiale dei neo-fascisti ucraini. L’organizzazione internazionale dei nazionalisti ucraini pianifica, nel giro di pochi giorni, di tenere manifestazioni, incontri e conferenze con l’obiettivo di sostenere la Giunta fascista in Ucraina che sta uccidendo gli abitanti del Donbass. Continua a leggere

Las mujeres de la brigada Prizrak: Tatiana Rybalko

Tatiana Rybalko, natural de Mariupol, no se dio por vencida tras escapar de los sótanos de tortura del régimen de Kiev y en lugar de bajar los brazos se presentó voluntaria en la Brigada Prizrak.

Háblenos sobre usted, ¿quién era antes de la guerra, qué hacía?

Antes de la guerra trabajaba en la fábrica metalúrgica de Mariupol. Trabajé allí hasta el mismo momento en que me capturaron. Desde 2010 había sido miembro del Partido Comunista de Ucrania y fui reelegida varias veces para el puesto de secretaria de una célula del partido, miembro del Comité del Distrito, y Vicesecretaria del Comité del Distrito. Continua a leggere

Только после свержения киевского режима на Донбассе наступит мир — ополченка бригады «Призрак»

Уроженку Мариуполя Татьяну Рыбалко не сломили застенки киевского режима, вырвашись из которых она не опустила руки, а пошла добровольцем в бригаду «Призрак».

Алексей Албу: Расскажите о себе, кем были до войны, чем занимались?

Татьяна Рыбалко: До войны работала в Мариуполе на металлургическом комбинате, трудилась там до того самого момента, как попала в плен. С 2010-го года состояла в КПУ, несколько раз переизбиралась на должность секретаря партячейки, была членом райкома, помощником секретаря райкома. Continua a leggere

Peace will come to Donbass only after overthrow of Kiev regime: ‘Ghost’ militia woman

Tatiana Rybalko, a native of Mariupol, did not throw up her hands after escaping Kiev’s torture chambers; she went to volunteer in the Ghost Brigade.

Alexey Albu: Tell us about yourself. Who were you before the war, what did you do?

Tatiana Rybalko: Before the war, I worked in the Mariupol steel plant, up to the very moment I was captured. Since 2010 I’d been a member of the Communist Party [of Ukraine, KPU], and was repeatedly re-elected to the post of Secretary of the Party cell, member of the District Committee, Assistant Secretary of the District Committee. Continua a leggere