Solidarietà internazionale ai comunisti colpiti dalla repressione in Transnistria

Oleg Horzhan, segretario generale del Partito Comunista della Transnistria, è stato condannato a 4 anni e mezzo di carcere dalle autorità governative al servizio dell’oligarchia.

La mattina del 7 novembre, decine di comunisti – giovani e meno giovani – si sono riuniti per deporre fiori presso il monumento a V.I. Lenin a Tiraspol, in Transnistria, in occasione del 101° anniversario della Rivoluzione bolscevica in Russia.
Attività simili si sono svolte in migliaia di città in tutti i paesi dell’ex Unione Sovietica. Ma l’incontro di Tiraspol aveva un significato speciale, e per i suoi partecipanti necessitava di un coraggio speciale.

Solo cinque giorni prima, il leader del Partito Comunista della Transnistria, Oleg Horzhan, era stato condannato dalla Corte Suprema della Repubblica a 4 anni e mezzo di prigione e a una pesante multa. Le autorità hanno poi vietato il tradizionale raduno del giorno della Rivoluzione nella piazza centrale della capitale, dove la statua di Lenin è guardia. Anche se, il Giorno della Rivoluzione, il 7 novembre, è ancora una festa ufficiale in Transnistria.

La Transnistria (nota anche come Repubblica Moldova del Pridnestrovian) è uno stato “non riconosciuto” nell’Europa dell’est, proprio come le vicine repubbliche di Donbass di Donetsk e Lugansk.
Il popolo della Transnistria ha proclamato l’indipendenza dall’ex repubblica sovietica di Moldova nel 1992, quando rifiutò la controrivoluzione capitalista in URSS e l’abbandono dell’economia e della cultura sovietica. Il Partito Comunista della Transnistria è stata una delle principali organizzazioni politiche della repubblica fin dalla sua fondazione.
Nonostante la loro determinazione, il popolo di questo piccolo stato isolato non poteva da solo scongiurare le devastazioni dell’accerchiamento capitalista. La repubblica fu costretta a fare importanti compromessi politici ed economici per mantenere la sua esistenza. Dovette fare affidamento sulla protezione militare della nuova Russia capitalista per scongiurare le ripetute minacce della vicina Moldavia e dell’Ucraina.
Nel 2016 però, le forze che rappresentano apertamente gli oligarchi capitalisti hanno preso il controllo dello stato.

Le nuove autorità mettono al bando la festa del Primo Maggio

Il nuovo governo ha vietato quest’anno la tradizionale manifestazione della festa dei lavoratori del primo Maggio. In risposta, il leader comunista e deputato Oleg Horzhan organizzò una manifestazione di protesta nella piazza centrale di Tiraspol il 2 giugno. Il governo organizzò provocazioni e molte persone furono arrestate.
Oleg Horzhan andò alla stazione di polizia per chiedere il rilascio delle persone arrestate, dove però fu insultato e minacciato dai poliziotti. Il 6 giugno Oleg Horzhan venne privato della sua immunità parlamentare e arrestato. Fu tenuto in carcere per cinque mesi durante tutto il processo.

Nella sua dichiarazione sul verdetto, il partito comunista della Transnistria ha detto: “Nonostante i giudici siano stati costretti ad ammettere che la maggior parte degli atti di cui Horzhan è stato accusato erano menzogne di poliziotti o falsità dei dipendenti del comitato investigativo, hanno condannato il leader comunista transnistriano quasi al massimo.

“L’ordine delle autorità di eliminare il loro avversario politico doveva ovviamente essere eseguito, e quindi, il tribunale non si è limitato alla punizione, anche se l’unica colpa di Oleg Horzhan è stata di urtare contro un agente di polizia che si è trovato improvvisamente sulla sua strada nei locali del dipartimento di polizia.”

Secondo la testimonianza dell’agente di polizia “vittima”, egli ha provato “dolore fisico”, anche se nel suo esame medico non sono state riscontrate lesioni. Fu questo episodio che il tribunale considerò “violenza contro un rappresentante delle autorità” e impose una condanna a 4 anni e 6 mesi di reclusione in una colonia penale.

“Nonostante la decisione dura e politicamente motivata del tribunale, Oleg Horzhan disse ai suoi sostenitori che le autorità non sarebbero riuscite a spezzarlo, e lui avrebbe continuato la lotta contro il regime anti-popolare sia in prigione che in seguito. I suoi avvocati, a loro volta, hanno annunciato che nel prossimo futuro avrebbero fatto appello all’ingiusta sentenza”.

Grigory Petrenko, leader del partito comunista Our Home Is Moldova, ha chiesto la libertà per Horzhan, che ha definito “coraggioso, di principio, un vero combattente”.
Petrenko fu incarcerato insieme a diversi suoi compagni nel 2015-16 dopo aver guidato una protesta contro l’oligarchia nella capitale moldava, Chisinau. Lui e la sua famiglia sono stati poi costretti a chiedere asilo in Germania.
“I regimi di oggi in Transnistria e Chisinau sono gemelli”, ha detto Petrenko. “Entrambi sono governati da mafie oligarchiche che interagiscono perfettamente tra di loro. Lo status quo offre loro un lavoro ininterrotto per i loro progetti commerciali”.

Articolo originale tradotto da Voxkomm
https://www.workers.org/2018/11/14/communists-defy-ban-after-leader-jailed-in-transnistria

Dal comunicato del Partito Comunista della Federazione Russa:

[…] Il regime politico transnistriano, fingendo di essere democratico, ha eseguito una vergognosa persecuzione dei politici dell’opposizione a vantaggio dell’oligarchia. […] Perseguendo i comunisti, il regime politico segue la strada dei nazisti, dei fratelli Forest e degli uomini di Bandera.

[…] Esprimiamo una forte protesta contro queste provocazioni e dichiariamo solidarietà ai comunisti della Transnistria. Chiediamo il rilascio immediato di Oleg Horzhan e degli altri compagni detenuti!

Comunicato completo il inglese: http://cprf.ru/2018/06/freedom-to-oleg-khorzhan/