Gery Bavetta il thai boxer italiano

Gery Bavetta è nato a Ribera (AG-Sicilia) il 2 gennaio 1988, è stato in Italia campione Italiano Amatoriale Kombat League, campione mondiale amatoriale Kombat League, e due volte campione italiano professionisti Kombat League, attualmente nel prestigioso Ranking mondiale WBC Muay Thai tra le prime 20 posizioni a livello mondiale.

Imbattuto in Italia e attuale numero 1 nella sua categoria (53 kg), uno dei migliori pugili attualmente in Europa nella sua categoria.

INIZIO E ALLENAMENTI IN THAILANDIA:

Inizia a mettere i guanti all’età di 16 anni per gioco nella appena aperta palestra del paese, la “Combat Gym” del maestro Ninni Ruvolo, dove praticava per lo più K1, da li inizia ad appassionarsi a livello amatoriale alla Muay Thai, e dopo 2 anni di pratica dilettantistica si sposta in Thailandia a Pattaya nel 2007 con un amico del paese già pugile in Italia, Alfonso Vella, dove si allenerà nel camp “Pattaya Kombat Gym” dell’italiano Christian Daghio. Continua a leggere

Il Partito Comunista e i lavoratori in piazza: l’UE non è riformabile

25 Marzo 2017, Roma: «Nessuna illusione sulla riformabilità dell’Unione Europea: i comunisti lottano per l’uscita dell’Italia dall’UE, dall’euro e dalla NATO: per il socialismo», è quanto ha scandito il Segretario Generale del Partito Comunista Marco Rizzo dal palco allestito sabato a Piazzale Tiburtino.

E’ stato un grande evento internazionalista e di classe contro l’UE, quello che in occasione del 60° anniversario della firma dei Trattati di Roma che diedero vita a quella che oggi è l’Unione Europea, ha visto scendere in piazza il Partito Comunista per ribadire la propria posizione sull’Europa e sulla moneta unica. Ai molti che cercano di accomunare la posizione comunista con una sovranista e di estrema destra, la piazza ha risposto: socialismo. «La destra sovranista, la si chiami così, vuole un’uscita ma non spiega il ‘dopo’ – ha commentato alla stampa il SG Rizzo – noi abbiamo un’idea chiara: fuori da UE, euro e NATO per il socialismo». Ripercorriamo questa splendida giornata con i vari interventi che si sono susseguiti dal palco. Continua a leggere

An Interview with Mira, Andrei, and Sascha of AntiFascist Action Ukraine‏

Sascha, Andrei, and Mira are members of AntiFascist Union Ukraine, a group that monitors and fights fascism in Ukraine. We sat down to talk about the influence of fascism in EuroMaidan, this is what they told me:

Sascha: There are lots of Nationalists here, including Nazis. They came from all over Ukraine, and they make up about 30% of protesters.

Mira: The two biggest groups are Svoboda and Pravy Sektor (Right Sector). The defense forces aren’t 100% Pravy but a large percentage is.

S: Svoboda is more legal as a group, but they also have an illegal militant faction. Pravy Sektor is more illegal, but they want to usurp Svoboda.

M: There’s a lot of infighting between Pravy and Svoboda. They worked together during the violence but now everything is calm so there’s time to focus on each other. Pravy and Svoboda both take donations and they have lots of money. Recently Pravy has all these new uniforms, military fatigues. Continua a leggere

Intervista con Mira, Andrey e Sasha, antifascisti ucraini

Sasha, Andrey e Mira sono membri dell’Unione Antifascista Ucraina, un gruppo che monitora il fascismo in Ucraina e lo combatte. “Ci siamo seduti per discutere dell’influenza del fascismo su EuroMaidan”, questo è ciò che mi hanno detto.

Sasha: Ci sono molti nazionalisti qui, inclusi i nazisti. Sono venuti da tutta l’Ucraina e costituiscono circa il 30% di chi protesta.

Mira: I due gruppi più grandi sono Svoboda e Pravy Sektor. Le forze della difesa non sono tutte di Pravy, ma ne fa parte una buona percentuale.

Sasha: Svoboda è un gruppo con maggiori caratteristiche interne alla legalità, sebbene contenga una fazione militante illegale. Pravy Sektor è più illegale, ma vorrebbe spodestare Svoboda.

Mira: Ci sono continue diatribe tra Pravy e Svoboda. Hanno lavorato in accordo durante le fasi più calde della rivolta, ma ora che le cose si sono calmate hanno tempo per concentrarsi gli uni sugli altri. Entrambi i gruppi accettano donazioni e hanno molti soldi. Ultimamente Pravy Sektor ha nuove uniformi, vere e proprie divise militari. Uno degli aspetti peggiori di Pravy Sektor è proprio la sua struttura militaresca. E’ un gruppo fortemente strutturato. Servono permessi per andare in certi posti. Loro hanno l’autorità di permettere o meno alla gente se contribuire attivamente alla rivolta. Noi cerchiamo di farlo ma dobbiamo fare attenzione ai nazisti. Di sicuro non intendo chiedere il permesso a un nazista! Continua a leggere

THE MODERN WAR: What’s not supposed to be seen

Every proper modern war is now fought with the crucial help of media warfare. The situation in Ukraine makes no exception, where, in the last few months we can see the clash between two of the world’s superpowers piercing through: on one side the North–American block and its less enthusiastic european ally, and on the other, the Eurasian block. A war in wich Italy, as an EU member, doesn’t have and can’t have a neutral position. A war that is fought by overlooking and censoring news and information, a war that can bring to an altered understanding of a complicated political scenario. In order to highlight these well known facts, that contribute to a massive manipulation of the public opinion, we have decided to gather all the information (texts as well as videos) that the western media did not show, or tried to overlook. Continua a leggere

LA GUERRA MODERNA: Ciò che non deve essere visto

Ogni guerra moderna che si rispetti viene combattuta col fondamentale ausilio degli arsenali mediatici. Non farà eccezione la questione ucraina, dove in questi mesi riesplode acuto lo scontro fra le superpotenze mondiali, da una parte quella nordamericana insieme all’alleato europeo contro quella del blocco eurasiatico. Una guerra nella quale l’Italia, membro dell’Unione Europea, non ha e non può avere un atteggiamento neutrale. Una guerra, combattuta a colpi di omissioni e censura di notizie, che induce ad una comprensione deviata di un complesso scenario politico. Per ovviare a questi ben noti intenti, propedeutici alla manipolazione dell’opinione pubblica, abbiamo deciso di catalogare la documentazione (testi e video) che i media occidentali non hanno mostrato, o passato in sordina.

Riassumiamo brevemente la narrazione della vicenda che i mezzi d’informazione mainstream hanno fino ad oggi propinato su canali televisivi ed internet. Continua a leggere

La lettera d’addio di Pepe Mujica a Castro

Caro Fidel,

appena saputa, la notizia è stata devastante. Non mi riesce di immaginarti, steso sul piccolo letto di legno che si è trasformato nel tuo ultimo rifugio. E sto qui, seduto all’ingresso della fattoria, pensando a cosa dirò al mondo e a come nascondere questa lacrima, sebbene alcuni pubblicitari direbbero che sarebbe meglio che si vedesse, che è così che si costruiscono le leggende.

Le leggende non si possono costruire, tu sei stato una leggenda, fatta allo stesso tempo con il colpo della mitraglia e la bandiera sventolante sull’accampamento, là nella sierra, non importa che fosse selva o pampa, è uguale, la battaglia arde nelle viscere di quella che chiamiamo la nostra terra, questo porzione di geografia che attraversiamo e che ci attraversa. Continua a leggere

La Sbandata

La recente “sbandata” di gruppi e soggetti politici, un tempo (e sottolineo un tempo) vicini alla nostra area, in favore del Front National o peggio ancora, di ciarpame medioevale del calibro dell’ungherese Viktor Orban per quanto comprensibile, nel quadro di assenza di un polo carismatico di Sinistra anti Ue, è assolutamente ingiustificabile. Non basta, infatti, la recente assunzione, da parte del fascista Fronte nazionale, di un piglio statalista, se non addirittura socialisteggiante, per cancellare i precedenti 40 anni di storia politica del movimento del Fuhrer le Pen. Anni in cui e penso alla decade ’80 e primi ’90 del novecento, il Fn, abbandonato il fossile economico del corporativismo (cui precedentemente si era votato per calcomania al suo modello cioè l’Msi italiano da cui copiava tutto perfino il simbolo) si convertì, senza colpo ferire, al liberismo economico e al più bieco atlantismo filo Nato, nonché, in campo religioso, ad un bigotto integralismo cattolico. Tutto ciò era, allora, necessario, dal punto di vista propagandistico, per implementare il proprio bottino elettorale. E i risultati non tardarono ad arrivare. Così come, oggi, al contrario, passata l’era della sbandata liberista e delle bislacche teorie alla Fukuyama circa la “fine della storia”, è necessario per il Fn, sfruttando l’assenza di una Sinistra sovranista ed anti Ue, votarsi alla causa dello statalismo simil-socialista. E’ necessario per aumentare i consensi e il Fn lo fa, così come farebbe l’esatto contrario, qualora la contingenza lo richiedesse. Continua a leggere

L’altro “Alfonso Cano”, un comunista colombiano nella resistenza del Donbass

«E’ durante i bombardamenti che ti senti più indifeso, perché senti il suono della bomba che cade ma non sai dove cadrà. E se il missile cadrà vicino a te, non servirà nasconderti.» Alfonso Cano ha imparato a riconoscere il tipo di proiettile che spara l’esercito Ucraino in base al suono che fa quando cade. Due anni fa questo giovane di 27 anni di Zarzal, Valle del Cauca, si è unito alla milizia comunista che lotta contro il Governo di Kiev. Continua a leggere