Di seguito, pubblichiamo il messaggio di Nemo, comandante della INTERUNIT (Unità degli internazionalisti) in Donbass.
Dall’insurrezione del 2014, in Donbass non c’è mai stata la pace, al massimo alcuni brevi periodi di tregua. Ora la situazione sta precipitando, le forze armate ucraine stanno indiscriminatamente bombardando la popolazione civile, mietendo numerose vittime. Ma Kiev non utilizza solo l’artiglieria e la fanteria, ha messo in campo altre forze. Più che in qualsiasi altra forma di conflitto, nelle guerre civili assume particolare importanza l’unconventional warfare, cioè la guerra non convenzionale. Gli ucraini hanno gruppi speciali operativi nel nostro territorio, esperti in omicidi, attentati e sabotaggi. Combatterli è difficilissimo.
Lo scorso 8 febbraio il comandante Givi, del Battaglione Somalia, è stato ucciso in un attentato. L’episodio ha molti aspetti in comune con le azioni sferrate contro altri importanti capi militari delle forze armate del Donbass: il comandante Motorola del Battaglione Sparta, il comandante Dremov dei cosacchi di Stakhanov e il comandante Mozgovoy della Brigata Prizrak. Su nessuno di questi casi è stata fatta piena chiarezza, ci sono ancora tanti interrogativi che aspettano risposta. Ma ciò non sta a significare che abbiano credito le tesi cospirazioniste che inseriscono questi (ed altri episodi) in un contesto di faida interna alle forze del Donbass. Dare adito a queste voci svia l’attenzione dai reali responsabili, infanga la memoria delle vittime e infama i superstiti. Al momento non ci sono elementi concreti per muovere accuse contro nessuno, ma solo congetture senza validi riscontri. In questi casi, la prudenza è d’obbligo, perché in guerra tra l’accusa e l’esecuzione della condanna il lasso è estremamente breve. Quindi da un lato si potrebbero ingiustamente colpire degli innocenti, dall’altro si potrebbe agevolare il nemico aprendo un fronte interno. Si tratta di un obiettivo classico dell’unconventional warfare: attaccare il nemico facendogli credere che sia stato qualcun altro (false flag operations), di modo che questi si combattano tra di loro. Tutte le organizzazioni armate del Donbass hanno ben presente queste dinamiche e pertanto non cadranno in provocazioni. Le indagini ci consegneranno i responsabili, ma il nostro nemico è e rimane l’esercito ucraino che sta massacrando la popolazione civile e che con le sue diramazioni è in grado di operare in ogni lato del fronte.
Nemo, comandante della INTERUNIT (Unità degli Internazionalisti)